Psicologisti - Chi corre pensa meglio

Chi corre pensa meglio

Il Prof. James Blumenthal ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Neurology1 in cui mostra che fare esercizio fisico con regolarità consente di migliorare in modo significativo alcune prestazioni cognitive.
Questo studio ha visto coinvolti 160 volontari di circa 65 anni, sedentari, con fattori di rischio per malattie cardiovascolari ed evidenze di difficoltà cognitive a carico di attenzione e memoria, ma senza indicatori di demenza. I volontari si sono impegnati per un periodo di tempo di sei mesi a rispettare un programma di fitness di tre sedute settimanali di 40 minuti ciascuna, organizzate in 10 minuti di riscaldamento e 30 di attività aerobica: camminata, corsa leggera, bicicletta o cyclette.
Ai partecipanti veniva somministrata una batteria di test prima del percorso di training e a conclusione dello stesso, composta da prove che misurano abilità trasversali afferenti, più o meno direttamente, al dominio delle funzioni esecutive: memoria verbale e spaziale, fluenza fonemica e categoriale, velocità di processamento e memoria di lavoro.
Il confronto tra i dati raccolti prima e dopo il periodo di training hanno evidenziato che le persone che hanno aderito al programma di esercitazione fisica hanno ottenuto miglioramenti nell’area delle funzioni esecutive, della memoria verbale e della velocità di processamento; mentre nessuna modifica era stata registrata in riferimento alle prestazioni di memoria visuo-spaziale, sostenendo l’idea che l’attività aerobica possa selettivamente migliorare alcune funzioni cognitive ma non altre. La combinazione di un regime di esercizio e di alimentazione povera di grassi e carne rossa risultava inoltre massimizzare i risultati di miglioramento nell’ambito delle funzioni cognitive indagate.
Adulti con significativi deficit a livello di concentrazione e di attenzione sono riusciti dunque ad ottenere un miglioramento a livello di abilità cognitive che hanno inevitabilmente ripercussioni nelle attività di vita quotidiana grazie ad un esercizio fisico moderato.

Sullo stesso piano, una ricerca svolta dall’università di Adelaide, Australia, ha mostrato che bastano 30 minuti di attività fisica per innescare reazioni nel cervello, con benefici per coordinazione, memoria, apprendimento2. Michael Ridding e i suoi colleghi hanno chiesto a un gruppo di adulti, tra i 20 e i 30 anni, di fare della bicicletta per 30 minuti, monitorando i cambiamenti nel cervello attraverso tecniche di neuroimmagine, ad intervalli di 15 minuti, nel periodo immediatamente successivo. I risultati hanno mostrato una grande attivazione delle strutture cerebrali, in grado di produrre cambiamenti fisici e chimici. Tale maggiore plasticità cerebrale, che corrisponde ad una maggiore capacità di riorganizzazione e ristrutturazione delle cellule nervose, è sicuramente un elemento chiave a livello riabilitativo e nella lotta alla demenza.

In questo filone di ricerca rientra anche uno studio condotto dall’Università di Edimburgo3. Ricercatori scozzesi hanno raccolto informazioni relative all’attività fisica svolta ed esaminato i dati clinici di 638 persone nate nel 1936, sottoposte a risonanza magnetica all’età di 73 anni. A tre anni dalla prima risonanza magnetica, un secondo esame di tutti i volontari ha rivelato che il cervello di coloro che avevano svolto più attività fisica aveva subito un minore deterioramento attribuibile all’età nella microstruttura delle connessioni della materia bianca del cervello rispetto a coloro che avevano svolto un livello minimo di movimento. Tale deterioramento risultava connesso al generale declino dell’intelligenza fluida, che riflette abilità cognitive importanti come il ragionamento, il problem solving e la memoria di lavoro.

A conclusione dunque, il fatto che un moderato esercizio fisico “faccia bene” non è una novità per nessuno. Il fatto che ci siano studi che colleghino all’attività fisica modificazioni nella struttura e nel funzionamento del cervello e nelle prestazioni cognitive rende la buona pratica qualcosa di molto più serio.
Quindi, anche con l’incentivo della bella stagione, abbiamo un motivo in più per cominciare ad allenarci regolarmente.

1Blumenthal, J.A., Smith, P.J., Mabe, S., Hinderliter, A., Lin, P., Liao, L., Welsh-Bohmer, K.A., Browndyke, J.N., Kraus, W.E., Doraiswamy, P.M., Burke, J.R., & Sherwood, A. (2018). Lifestyle and neurocognition in older adults with cognitive impairments: a randomized trial. Neurology, 92(3), e212-e223.
2Smith, A.E., Goldsworthy, M.R., Wood, F.M., Olds, T.S., Garside, T., & Ridding, M.C. (2018). High-intensity aerobic exercise blocks the facilitation of itbs-induced plasticity in the human motor cortex. Neuroscience, 373, 1-6.
3Ritchie, S.J., Bastin, M.E., Tucker-Drob, E.M., Muñoz Maniega, S., Engelhardt, L.E., Cox, R.L., Royle, N.A., Gow, A.J., Corley, J., Pattie, A., Taylor, A.M., Valdés Hernández, M. del C., Starr, J.M., Wardlaw, J.M., & Deary, I.J. (2015). Coupled changes in brain white matter microstructure and fluid intelligence in later life. Journal of Neuroscience, 35 (22), 8672-8682.

Sara Zaccaria

Sara Zaccaria

Psicologa e psicoterapeuta, ha coniugato la passione per i libri e quella per la psicologia occupandosi dello sviluppo editoriale per Hogrefe Editore e svolgendo attività libero professionale con bambini e adulti.

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