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Modeling 3D per le immagini del TNA

Il TNA (Test Neuropsicologico delle Aprassie per l’età evolutiva) di Giuseppe Cossu include due prove (“6. Produzione di pantomime da immagine” e “8. Comprensione visiva di pantomime”) che prevedono l’utilizzo di immagini a video. Per la prova di produzione vengono mostrate al bambino le immagini di 15 oggetti, di ciascuno dei quali dovrà mimare l’utilizzo. Per la prova di comprensione, al bambino viene dapprima mostrato il video di una ragazza che mima l’utilizzo di un oggetto e poi un’immagine in cui sono riportati tre oggetti far cui quello di cui è stato appena mimato l’uso: il bambino deve indicare l’oggetto giusto tra tre alternative (anche in questo caso gli item sono 15: quindi 15 video e 15 immagini con tre oggetti ciascuna).
Vedete qui un esempio per la prova 6 e per la prova 8.

Esempio della prova 6 del TNA.
Prova 6
Esempio della prova 8 del TNA.
Prova 8

Come abbiamo realizzato queste immagini?
Per cominciare, abbiamo scaricato da internet i modelli 3D in formato .obj degli oggetti richiesti il più possibile vicini a quelli fisici che compongono il kit del test; quelli che non abbiamo trovato in rete sono stati costruiti da zero con un programma specifico, altri, sebbene fossero stati presi dal web, hanno comunque avuto bisogno di modifiche, per adattarli alle richieste. Prendiamo l’esempio del telefono, che è l’item di esercizio della prova 6. La prima immagine qui sotto illustra il processo di acquisizione dalla rete.

Prima fase del processo di realizzazione 3D.

Successivamente, i modelli sono stati trattati per la realizzazione in still life, una tecnica di illuminazione usata in fotografia per ritrarre oggetti (di design, ad esempio) in interno su un fondo astratto. Per fare questo ai modelli sono stati applicati dei materiali, alla scena sono state aggiunte le luci ed è stato dato uno sfondo uniforme (lo vedete qui sotto).

Seconda fase del processo di realizzazione 3D.

I materiali e le luci sono stati realizzati con l’uso di programmi per la renderizzazione delle immagini. Attraverso le regolazioni della camera del programma appare un modello tridimensionale pronto allo scatto fotografico, dotato di profondità e realismo. La renderizzazione consiste nell’elaborazione del “fissaggio dell’immagine” che risulta nel prodotto finale come un file .jpg o .tiff. Dopo la renderizzazione l’immagine è stata post-prodotta per risultare più pulita e adatta alla pubblicazione con un programma di ritocco fotografico. La postproduzione si è fatta carico di gestire le tonalità e le saturazioni, di correggere gli errori di renderizzazione e di gestire lo sfondo in maniera più uniforme, senza perdere l’ombra dell’oggetto. Ed ecco il nostro telefono.

Terza fase del processo di realizzazione 3D.

Invece di scattare foto disomogenee, con esposizioni e inquadrature diverse, abbiamo ottenuto delle immagini molto realistiche, benché di per sé sempre con metodi fotografici, riuscendo a soddisfare le richieste di standardizzazione e ordine delle immagini, senza dover quindi ricorrere al disegno a mano che avrebbe avuto un effetto che l’editore e l’autore non desideravano.

Ippolito Tarantino e Giulia de Sando

Ippolito è laureando in architettura a Firenze, si interessa all’architettura del paesaggio e all'ecologia. La sua ricerca volge al ritrovare un rapporto armonioso tra città e natura.

Giulia è neolaureata in architettura a Firenze, appassionata di architecture visualization e grafica, cerca di mettere a frutto le proprie competenze in campo di bioedilizia e sostenibilità degli edifici.

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