Psicologisti - Psicologia dei vaccini

La psicologia dietro i vaccini

La psicologia – spiega il Presidente CNOP Lazzari – si è molto occupata di vaccini, certamente non dal punto di vista biologico ma per l’impatto che hanno sulle persone e le popolazioni. Anche perché il tema vaccini scatena forti emozioni, sia positive che negative. Non è facile costruire e garantire un perimetro informativo oggettivo e basato sulle evidenze scientifiche. Su temi così caldi è facile fare speculazione e creare confusione. Per questo motivo in molti Paesi è stato chiesto agli psicologi di collaborare per una comunicazione efficace sul tema e per favorire scelte e comportamenti consapevoli. 

Negli ultimi anni il tema dei vaccini ha sempre incontrato resistenze in alcune fasce della popolazione. In questo periodo, dato l’avvio nel Mondo della campagna vaccinale per il COVID-19, la discussione sulla necessità di vaccinarsi e le resistenze alla vaccinazione è ritornata all’attualità.

La categoria professionale degli psicologi ha offerto il suo sostegno, in Italia come in molti altri Paesi esteri, spiegando i meccanismi cognitivi che possono sostenere la posizione degli scettici alla vaccinazione e offrendo indicazioni sulla comunicazione a sostegno della campagna vaccinale.

La Dott.ssa Betsy Gard, professore di psichiatria e di scienze comportamentali presso l’Emory College ad Atlanta (Georgia) ha ha voluto raccontare le motivazioni per cui ha deciso di partecipare alla sperimentazione volontaria del vaccino Moderna COVE. Affermando come, dopo attenta valutazione, ha deciso che i benefici sarebbero stati maggiori dei rischi e che sarebbe stato importante partecipare ad una ricerca che avrebbe potuto diminuire l’impatto e gli effetti a lungo termine del COVID sulla popolazione mondiale.

La Prof.ssa Claudia Venuleo, dell’Università del Salento, e i suoi colleghi Gelo e Salvatore, rispettivamente dell’Università di Vienna e dell’Università Sapienza di Roma, hanno recentemente messo in evidenza1 come, in questo periodo storico, la situazione di emergenza sanitaria pone le persone di fronte al compito socio-cognitivo complesso di integrare nel loro assetto mentale il riferimento ad un bene comune, relativamente astratto e sovraordinato. Dimensione di salute e dimensione sociale sono intrinsecamente legate: la possibilità di tutelare la salute delle persone dipende da come la società gestisce il lockdown ma, dall’altro lato, la praticabilità stessa del lockdown dipende dal comportamento dei singoli individui.

Venuleo fa notare che le persone hanno reagito alla pandemia “con la pancia” e a queste reazioni si è accompagnata la paura e, più in generale, un’attivazione di natura ansiosa, che da un lato ha avuto il vantaggio di attivare quei comportamenti positivi per il contenimento del contagio, richiesti a più livelli (es. igienizzare le mani, indossare la mascherina ecc.).

La reazione emotiva alla pandemia ha influenzato anche le attività di ragionamento e di presa di decisione e questo emerge chiaramente anche rispetto al tema della vaccinazione. Quando “pensano con la pancia” le persone danno per scontata la loro esperienza che diventa non negoziabile, rigida, caratterizzata da posizioni dicotomiche e valutazioni polarizzate2.  

Dal punto di vista cognitivo, si distinguono alcuni principali ostacoli alla vaccinazione per COVID-19 che possono essere riassunti in quattro categorie.

La tendenza al pensiero cospiratorio

A cui si accompagnano il bisogno di comprensione e coerenza, che si attiva nelle situazioni in cui si raccolgono informazioni tra loro discordanti, il bisogno di controllo e il bisogno di appartenere o sentirsi speciali, meccanismi questi che funzionano a sostegno delle teorie del complotto.

La visione del mondo individualista

Le persone possono essere individualiste e dare priorità alla propria indipendenza o alla soddisfazione dei propri bisogni o essere maggiormente altruiste. Anche se negli atti adi altruismo si riconosce comunque una componente legata all’interesse personale, la percezione di costi elevati e perdita di benessere personale frena le posizioni più altruiste.

Il bias di omissione

Di fronte ad una scelta percepita come rischiosa o fonde di dubbio, tra l’azione concreta (vaccinarsi) e l’omissione (non fare nulla) si osserva una certa tendenza a prediligere l’omissione, anche quando espone a rischi maggiori.

Le fobie

La presenza di fobie specifiche rispetto ad aghi e sangue o rispetto a temi di salute rappresentano senza dubbio un deterrente alla scelta di vaccinarsi.

Queste riflessioni mettono in luce come dietro alla scelta di vaccinarsi o a quella di rifiutare il vaccino entrano in campo meccanismi cognitivi e fattori emotivi molto complessi è articolati.

Il sostegno offerto dagli psicologi in questo periodo risulta un atto civile ma anche necessario per agevolare la transizione e il superamento della situazione di emergenza sanitaria.

1 Venuleo, C., Gelo, O., Salvatore, S. (2020). Fear affective semiosis, and management of the pandemic crisis: covid-19 as semiotic vaccine. Clinical Neuropsychiatry, 17(2), 117-130.
2 Mannarini, T., & Salvatore, S. (2019). Making sense of ourselves and others: A contribution to the community-diversity debate. Community Psychology in Global Perspective, 5(1), 26-37.

Sara Zaccaria

Sara Zaccaria

Psicologa e psicoterapeuta, ha coniugato la passione per i libri e quella per la psicologia occupandosi dello sviluppo editoriale per Hogrefe Editore e svolgendo attività libero professionale con bambini e adulti.

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