My Mad Fat Diary. Serie televisive sulla psicologia consigliate da Psicologisti - Il blog di Hogrefe per i professionisti

My Mad Fat Diary

Pensando a dei film a tema psicologico non ho potuto non pensare a My Mad Fat Diary, una serie TV inglese che racconta la vita di Rachel (Rae) Earl, una ragazza di 16 anni appena uscita dall’ospedale psichiatrico nel quale è stata ricoverata per problemi alimentari e autolesionismo.
Una serie drammatica e molto intensa dall’atmosfera british anni ’90 in cui la vita di Rae viene narrata in maniera nuda e cruda attraverso le parole stesse della protagonista che appunta sul suo diario i propri pensieri, così come le ha suggerito il terapeuta. Questa serie tratta le tematiche tipiche dell’adolescenza, come il rapporto con i genitori e le relazioni intime, in maniera non banale, dal punto di vista di una ragazza che, a causa di problematiche infantili e sociali, ha difficoltà ad affrontare il mondo esterno e soprattutto quello interno. Ma Rae non è solo “pazza” e “grassa”, ha anche tanti pregi come l’essere intelligente, divertente, spigliata e fedele e affronta con freddo sarcasmo i propri problemi di salute mentale e la propria lotta con l’immagine corporea.

Le sue difficoltà sono presentate in modo sensibile e perspicace, non allontanandosi mai dalle profondità più oscure della sua depressione. Il realismo con il quale si affrontano, ma si tenta anche di “normalizzare”, tematiche quali disturbi del comportamento alimentare, autolesionismo, bassa autostima, omosessualità e aborto è ciò che differenzia questa serie TV da altri teen drama. Questi temi vengono affrontati in maniera fedele rispetto alla realtà, senza troppe spettacolarizzazioni, e vengono trattati con un linguaggio accurato e preciso in contesto di terapia, ma anche diretto e facilmente comprensibile da tutti.

Durante il film, Rae scopre che anche quegli amici che considera perfetti e intoccabili sono alle prese con le proprie insicurezze: tutti hanno momenti di debolezza e ognuno porta avanti la propria battaglia. Il suo terapeuta le dice: “Saresti sorpresa di sapere fino a che punto possono spingersi le persone pur di non affrontare le proprie paure”. Un terapeuta un po’ fuori dalle righe ma che riesce a mostrare alla ragazza una nuova prospettiva di sé e del mondo che la circonda, e dopo le iniziali perplessità diventa un punto di riferimento per Rachel, quella figura paterna che le è sempre mancata. Il rapporto col Dottor Kester diventa dunque simbolo di una “buona” relazione terapeutica: il dottore chiarisce e condivide fin da subito gli obiettivi e gli impegni reciproci all’interno in ambito terapeutico, creando un clima caratterizzato da empatia e fiducia. Aiuta Rachel ad affrontare i propri mostri e riesce nell’intento di rendere la sua paziente autonoma.
La crescita della protagonista e l’evoluzione del rapporto con il terapeuta mostrano come questo percorso sia una sfida fatta di alti e bassi, in cui alla fine Rae impara che l’importante è trovare la forza per alzarsi da soli ma che ciò non succede da un giorno all’altro. Non ci si sveglia una mattina e si è invincibili ma è un percorso che si compie a piccoli passi imparando ad apprezzare le singole conquiste quotidiane, tenendo a bada quei cattivi pensieri che le frullano in testa.

Sono tanti i motivi per cui consiglio di vedere questa serie TV, primo fra tutti per il fatto che Rachel è uno dei personaggi migliori che abbia visto di recente (e non a caso si tratta di una storia vera di cui potete trovare anche il libro), per la prospettiva calata nella realtà con cui si affrontano le varie tematiche e, non di meno, per la colonna sonora!

Ilenia La Morte

Ilenia Lamorte

Dottoressa in Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni è interessata al mondo delle risorse umane e del marketing. Attualmente sta svolgendo il tirocinio post-lauream abilitante alla professione di psicologo presso Hogrefe Editore.

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