Psicologisti - Psicopanettone

Psicopanettone

Se anche voi non vi siete mai ripresi dall’enorme shock causato dalla separazione di Boldi e De Sica e non siete mai più riusciti a gustarvi un buon cinepanettone come si deve, quest’anno non dovete preoccuparvi. Ci pensiamo noi a regalarvi dei bei film da gustare appassionatamente sul divano insieme ai vostri cari! Senza dimenticarci che siete psicologi e che il vostro cervello non va mai del tutto in vacanza.

Per questo motivo, vi propongo una piccola selezione di film, abbastanza recenti, che trattano in modo più o meno diretto o esplicito di tematiche psicologiche. Tranquilli, abbiamo contestualizzato il tutto alla visione Natalizia familiare piena di gioia, spensieratezza e cibo. Per questo motivo abbiamo escluso da questa selezione i “mattoni” che richiedono più di un caffè, così come i grandi classici che non possono esser proposti perché c’è sempre lo zio che dichiarerà di averlo già visto.
Il mio odio totale verso lo spoiler mi impedisce di andare troppo a fondo con la descrizione delle trame: quindi, non preoccupatevi e continuate pure a leggere.

K-PAX – Da un altro mondo
Al primo posto metto, indiscutibilmente,
K-Pax. Uscito nell’ormai lontano 2001 tratta di un uomo (Kevin Spacey) che dichiara di venire da un altro pianeta, K-Pax, e per questo viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Tutto il film gioca sul dubbio se realmente questa persona venga da un altro pianeta ma, a prescindere da ciò, pone l’accento su come viene trattata la diversità. Il film è molto leggero e godibile, scorre velocemente ed è adatto a tutta la famiglia. Per chi poi volesse approfondire la lettura psicologica, non ci sono problemi: il consiglio è non tanto quello di soffermarsi sull’ospedale psichiatrico, quanto su come il non convenzionale viene riportato a qualcosa di convenzionale.

La fabbrica di cioccolato
In seconda posizione trovate
La fabbrica di cioccolato, film meraviglioso uscito nel 2005 e diretto da Tim Burton. Ok, immagino che il buon zio lo avrà sicuramente visto: ma può tranquillamente dormire un po’, tanto avrà bevuto e mangiato a sufficienza per farlo in pochi secondi, e lasciare che i bambini si godano questo capolavoro. È un film a cavallo tra la commedia e il fantastico, perfetto per tutte quelle famiglie che a Natale vogliono godersi un paio di ore sul divano con i bambini sul tappeto. La trama è sicuramente nota, ed è indiscutibile la qualità della regia e della fotografia. Ma per gli amanti della psicologia, il consiglio è quello di concentrarsi sul personaggio di Willy Wonka, interpretato magistralmente da un magro Johnny Depp, che presenta un chiaro disturbo schizotipico di personalità: fate caso ai suoi problemi di linguaggio, alle sue scarse abilità nelle relazioni sociali e agli stratagemmi che utilizza per compensare queste difficoltà.

Fargo
Sull’ultimo gradino del podio troviamo
Fargo, diretto nel 1996 dai fratelli Cohen. Il film, difficilmente categorizzabile anche se può essere un mix tra una commedia e un thriller, ci parla di un venditore di automobili che, a causa dei suoi problemi finanziari, pianifica il rapimento della propria moglie. Il film scorre via molto veloce, come si richiede ad ogni buon cinepanettone che si rispetti, ma presenta degli accenni  psicologici molto interessanti. Per chi di voi fosse interessato, questa pellicola permette di toccare con mano l’ampio mondo dei disturbi di personalità: per questo motivo, consigliamo di analizzare con attenzione non solo il personaggio principale ma anche il poliziotto Marge Gunderson, interpretato da Frances McDormand.

Sono convinto che tre proposte natalizie per tutta la famiglia, che spaziano dalla commedia al thriller, siano più che sufficienti. Per questo motivo, vi faccio delle altre proposte di film un po’ più impegnati e difficili: utili per chi vuole approfondire il magico mondo dello psicopanettone da solo o voglia in qualche modo togliersi di mezzo la suocera relegandola alle coccole di Morfeo. In questo casi, i miei consigli sono di farsi un bel caffè e mettersi comodi, ma non troppo.

Elling
Il primo cinepanettone da intenditore, un po’ come fosse un buon panettone di Cova, è
Elling un film norvegese del 2001. Una bellissima storia di un uomo che, dopo la chiusura della struttura sanitaria dove viveva dopo la morte della madre, si trova ad affrontare le difficoltà di una vita in una casa di Oslo. Oltre al protagonista, interpretato da Per Christian Ellefsen, molta attenzione richiede anche la figura di Kjell, interpretato da Sven Nordin, amico di Elling con evidenti problemi di gestione della rabbia e di dipendenza da sesso.

Il solista
In questa speciale rassegna di psicopanettoni, più psico che panettoni, non poteva non mancare Il solista. Questo film drammatico, uscito nel 2009, ci offre un bellissimo ritratto della schizofrenia. Il protagonista, interpretato dall’affascinante Robert Downey Jr, è un giornalista del New York Times che in maniera casuale conosce un musicista senzatetto con problemi di schizofrenia, Jamie Foxx. Il rapporto che si instaura tra i due è tanto bello quanto il ritratto del musicista. E non mi spingo oltre: no spoiler!

Les choristes – I ragazzi del coro
In questa breve rassegna di psicopanettoni non poteva mancare un film che trattasse della psicopatologia in età evolutiva. Per questo motivo, concludo segnalandovi il film francese del 2004
Les choristes ‒ I ragazzi del coro. Il protagonista, interpretato da Gérard Jugnot, è un maestro di musica che si adatta a lavorare come sorvegliante in un collegio francese, diretto in maniera dispotica da François Berléand. Nel film si possono osservare diverse problematiche mostrate dai bambini presenti nel collegio: devianze, problemi di condotta, fughe e molto altro.

Per concludere, cari lettori psicologi e non, vi auguro un periodo di feste molto sereno e gioioso circondato dai vostri affetti più cari. Ricordando che il tempo è la sola cosa che nessuno ci potrà mai restituire, sfruttiamolo sempre al meglio, magari guardando un bel film che ci lasci qualcosa su cui riflettere dopo la sua visione.

Auguri, ci rivediamo nel 2020 dove potrete offendermi come critico cinematografico. E buon psicopanettone a tutti!

Matteo Ciancaleoni

Matteo Ciancaleoni

Laureato in psicologia e dottore di ricerca in psicometria, lavora come ricercatore presso Hogrefe Editore dove si occupa, principalmente, di costruzione e adattamento di strumenti psicologici. Prova a coniugare la psicologia e i numeri come fossero lo Yin e lo Yang.

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3 thoughts on “Psicopanettone”

  1. Caro Ciancaleoni,
    grazie mille per la tua rassegna di psicofilm di qualità. Quasi mai si riesce a capire dalla critica se un film è bello o no ed è una frustrazione odiosa incocciare in film brutti.
    Ricambio di cuore gli Auguri di Buone Feste e Felice Anno 2020.
    Ciao.
    Francesco Padovani

  2. Caro Francesco,
    grazie a te per l’interesse verso questo articolo. Non sono propriamente un esperto di cinema, solo un piccolo appassionato che cerca dei film in grado di lasciare un qualcosa dopo i 90-120 minuti. Fammi sapere se riesci a vederne qualcuno e cosa ne pensi.
    Tantissimi auguri di buone feste e di buon 2020.
    Matteo Ciancaleoni

  3. Scusate il disturbo… ma ieri sera mi sono imbattuto in un bel thriller psicologico e non potevo far finta di nulla e non segnalarvelo negli psicopanettoni (o forse sì, avrei potuto).
    Il film in question è “La ragazza del treno”: la protagonista interpretata dalla bella Emily Blunt convive con una dipendenza da alcool che le causa gravi problematiche, come vuoti di memoria. Dopo esser stata lasciata dal marito, spia da un treno la coppia di giovani sposini interpretata da Luke Evans e dalla ancor più bella (ok, se l’occhio vuole la sua parte in questo film non ci si può proprio lamentare) Haley Bennett, fantasticando e idealizzando questo rapporto. Haley, inoltre, segue un percorso di psicoterapia che non riesce a sfuggire al solito cliché della relazione sessuale terapeuta (Édgar Ramírez) ‒ paziente.
    Senza voler continuare con la trama del film, tratto tra l’altro dall’omonimo romanzo di Paula Hawkins, lo stesso scorre veloce con numerosi cambi di prospettiva temporale e interpretativa, dando notevole suspance e rendendo difficile anche solo poter andare in bagno.
    Da un punto di vista psicologico, il rapporto terapeuta ‒ paziente non è proprio un granché in realtà (tutti gli stereotipi hollywoodiani sono tristemente presenti), ma i personaggi principali sono molto ben curati e definiti e trattano di tematiche di sicuro interesse: concentratevi, per esempio, sulla gestione della dipendenza da alcool della protagonista, sulla modalità con la quale Megan (Haley Bennett) si relaziona a qualsiasi persona di sesso maschile. Solo un paio di “peccato, poteva essere meglio” da segnalare: oltre alla visione troppo cinematografica della psicoterapia, i personaggi di Scott (Luke Evans) e del misterioso uomo dai capelli rossi (Darren Goldstein) meritavano maggior approfondimento.
    Consigliato per un Natale bisognoso di un paio di ore “veloci”, tutti insieme appassionatamente!
    Buona visione e ancora buone feste (prometto di non inserirmi più!)

    Matteo Ciancaleoni

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