Psicologisti - Neuroscienze cognitive dello sviluppo

Una nuova collana di libri, con la direzione di Giuseppe Cossu

Decidere di fare una collana è, per un editore, un puntare al futuro. Quando si fa un singolo libro questo può andare più o meno bene, o più o meno male; comunque sia fa storia a sé. Una collana è diversa. È una scommessa per il primo titolo, il secondo e per quelli a venire. Se sbagli i primi due o tre titoli, la collana non decollerà, e la scommessa sarà persa.

Però, collana non significa solo continuità, ma anche – e soprattutto – progettualità, nei temi e negli autori proposti, e quindi una modalità di fare editoria… Le collane sono la cifra distintiva dell’editore.

Ed ecco che quest’anno lanceremo una nuova collana, Neuroscienze cognitive dello sviluppo, con la direzione di Giuseppe Cossu. È un progetto che cominciò a delinearsi qualche anno fa. Una, due riunioni per costituire un comitato editoriale, con clinici e universitari che rappresentassero le varie aree della clinica e della ricerca sui disturbi del neurosviluppo: autismo, disturbi specifici dell’apprendimento, ADHD, genetica…

Ricordo una riunione che voleva essere programmatica ad Alghero, in occasione di un convegno SINPIA, una bella giornata d’inizio ottobre del 2017. Ma che fossero i lavori del congresso, il tepore di un’estate che non voleva ancora terminare o la malia del mare che avevamo di fronte, non se ne fece di niente. L’idea, o il seme, però rimase, e alla lunga germogliò. Giuseppe Cossu, che, di quella squadra di illustri neuropsichiatri e psicologi, era stato il principale motore, perseverò nell’idea: libri che portassero il contributo della ricerca recente alla clinica – dalla scienza alla prassi.

E dalla “Scienza all’insegnamento” è appunto il sottotitolo del primo volume in collana, Discalculia, di Brian Butterworth, un’autorità assoluta. Il libro, che uscirà a marzo 2021, “parla molto italiano”, nel senso che Butterworth è stato il mentore di molti ricercatori italiani, diventati a loro volta delle autorità per il contributo apportato alla comprensione di questo disturbo, e i lavori di Carlo Semenza, Daniela Lucangeli, Marco Zorzi (che ha scritto la presentazione dell’edizione italiana), Lisa Cipolotti, Marinella Cappelletti, Silvia Benavides-Varela, Carlo Umiltà e altri, vi sono ampiamente discussi.

Il libro ha un approccio neuroscientifico che è declinato nell’operatività del “che fare?”, come negli intendimenti della collana: dall’inquadramento neuro-funzionale del disturbo (la scoperta di un “modulo numerico”) e dal suo quadro clinico, si passa – dopo aver affrontato il come fare assessment – alle proposte d’intervento. Anzi, Butterworth si spinge a discutere appassionatamente della frequente mancanza di politiche ad hoc per gli allievi discalculici, ricordando che “gli uomini e le donne poco abili nel calcolo hanno prospettive di istruzione peggiori, guadagnano meno e hanno maggiori probabilità di trovarsi senza lavoro, incorrere in problemi con la legge e ammalarsi”.

Il bilinguismo è invece il tema del secondo volume della collana, già in traduzione. Titolo: Il cervello bilingue; autore: Albert Costa, psicologo, research professor presso ICREA, prestigioso istituto di ricerca catalano, e membro del Centro “Cervello e Cognizione” dell’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona.

“Teste parlanti”, così Costa definisce tutti noi (e se stesso), giocando sul nome di gruppo rock degli anni ’70, i Talking Heads appunto. Il linguaggio è così parte della natura umana che ci domandiamo come faccia il nostro cervello ad acquisire e a parlare una lingua, figuriamoci due. Nelle parole dell’autore: “Questo libro è dedicato ad una di queste domande […]: come riescono due lingue a convivere nello stesso cervello, e cosa implica questa convivenza? Oppure, se vogliamo: cosa c’è di speciale nelle bi-talking heads?”. L’invito è a un “viaggio per scoprire in che modo due lingue convivono nello stesso cervello”, come l’uso della seconda lingua influenzi le decisioni, che siano economiche o morali. Quindi: dalla scienza alla prassi.

Jacopo Tarantino

Amministratore Delegato di Hogrefe Editore è appassionato di libri, viaggi e soldatini di piombo. Si occupa da oltre trent'anni di editoria.

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