A partire da ieri, 11 marzo, tutti i dipendenti di Hogrefe Editore stanno lavorando da casa.
Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria abbiamo ritenuto opportuno contribuire allo sforzo collettivo e fare la nostra parte nel tentativo di limitare il più possibile il rischio di contagio e di arginare la diffusione del coronavirus. 

Lo abbiamo fatto perché abbiamo potuto farlo, perché il nostro lavoro, con qualche adattamento, può essere svolto anche a distanza e saremo comunque in grado di portare avanti i progetti editoriali e di garantire assistenza e servizi a tutti i nostri clienti. 
Lo abbiamo fatto anche se la nostra è un’azienda con pochi dipendenti, che abitano quasi tutti nei   pressi dell’ufficio, e dunque potremmo contribuire solo in minima parte alla riduzione della circolazione di persone e dunque al contenimento della diffusione del virus.
Abbiamo voluto però fare la nostra parte, e contribuire nella misura in cui possiamo contribuire.

Non tutti sono nella nostra stessa posizione. Qualcuno deve continuare a lavorare per garantire a noi che siamo a casa tutti i servizi di prima necessità, ma credo che stare a casa, quando possibile rappresenti, un segno di rispetto anche nei loro confronti. 

Prepararsi per lavorare da casa per le prossime settimane ci ha fatto toccare con mano quanto la situazione attuale sia critica e quanto siano necessarie modifiche e restrizioni alla nostra vita quotidiana.
Ci auguriamo che la situazione si risolva il più presto possibile ma, nel frattempo, noi staremo a casa, come speriamo facciano tutti quelli che sono nella condizione di poterlo fare.

Rimanere a casa rappresenta un grande gesto di responsabilità e di rispetto per l’intera comunità.

#iorestoacasa
#andràtuttobene